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martedì 22 marzo 2016

Lettera al Direttore Ferretti

Corsa alla poltrona ma poi….” Il cantante e autore Franco Califano in un suo capolavoro cantava “tutto il resto è noia, no non ho detto gioia, ma noia, noia, noia maledetta noia” A Leggiuno nel corso del tempo è maturata l'idea che per cinque anni vige un eterno letargo, ed in periodo elettorale è come la primavera, sbocciano e si svegliano tutti, o meglio, quelli attirati dalla “cadrega”. Però, che tempismo, la vita del paese non è bisestile ma quinquennale, per cinque anni si vive su Marte, e poi ad un tratto si ha la consapevolezza di vivere in paese e sia ha voglia di fare qualcosa, cosa poi, si vedrà. Questa volta pur non essendo editore del Quicchio, debbo ammettere di concordare con il tuo articolo. Ma aggiungo, ove mi sia concesso, la nostra Costituzione dice che tutti i cittadini devono concorrere alla crescita culturale, morale ed economica del nostro paese, in modo continuativo però e non ad intermittenza, o meglio, non ogni quinquennio. Forse tu ricorderai un famoso film “La febbre del sabato sera”, in modo ironico dico “la febbre del cadrechino”. Ricordo che sempre la costituzione da a tutti la possibilità di presentarsi alle amministrative. Oggi le leggi impongono che la gestione di un ente locale va impostata come una “Mission”, è tutto rapportato su una progettualità che porta al raggiungimento di obbiettivi specifici, tra bilanci e programmi triennali. Le vecchie logiche del “prima vinciamo e poi governiamo”, non funzionano più, non funziona nemmeno il concetto di costruire le liste in modo da avere una “sommaria conta di preferenze”, per poi di illudersi di essere vincenti. Oggi solo un progetto può definirsi vincente, un progetto che guardi al futuro, con il compito di avere un ente moderno e vicino ai cittadini. Apprezzo molto la tua onestà, da ex amministratore già due anni fa dicevi di dar spazio a giovani, anche se sei stato contattato da tutti, hai mantenuto fede al tuo pensiero, questo ti fa onore perché tu hai fiducia sicuramente nei giovani, ti do ragione, le pietanze riscaldate o trite e ritrite non piacciono più a nessuno. Carissimo direttore questa volta lo ammetto e mi duole un pò, non posso che concordare con il tuo editoriale, e questo lo scrivo delle colonne del mio blog, perché ancora una volta a Leggiuno, “leggere, capire e comprendere, forse sono storie di altri tempi….

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