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lunedì 30 luglio 2018

Cosa si aspettano i cittadini dai nostri governanti?

Auto convincersi che quel che si dice è sicuramente giusto


Viviamo in un epoca molto particolare, siamo invasi dai social e tutto ciò che ne deriva. Se poi aggiungiamo un po di analfabetismo funzionale, ci rendiamo conto che viviamo in un nuovo “Decadentismo morale”. Quello che ci hanno insegnato in questi anni, sembra non avere nessun valore. Pensate solo al fatto che diffondere l’idea di “uno vale uno”, distrugge azzera la meritocrazia o meglio le competenze frutto di di studi in uno specifico campo. Oggi assistiamo sulla rete, ai cosi detti “Leoni da tastiere”, che scrivono di tutto, su tutto, me la cosa bella il contrario di tutto. Molti dicono che Facebook dovrebbe inserire il pollice verso il basso, come facevano in romani quando assistevano gli spettacoli nella rena. Poi troviamo le cosi dette “Fake” dove moltissime persone, condividono e mettono “i Like”, senza sapere nemmeno di cosa si tratta. In tutto questo siamo molto fortunati per il semplice fatto che i nostri avi hanno creato un sistemo democratico dove è difficile uscire fuori binario. Certo sentirsi dire da un comico che la “democrazia” è superata questo dimostra quanta follia troviamo in circolazione, oppure governanti che con slogan simili a quelli del ventenni si governi una nazione, senza nessun atto legislativo a supporto. Ma cosa si aspettano i cittadini dai nostri governanti? È difficile rispondere a questa domanda, in quanto c’è chi è convinto che lo slogan basti. Altro concetto che circola in rete è quello “dell’equità”, ora sono stati presi di mira tutti gli ex parlamentari che hanno acquisito il cosi detto “privilegio”, vengono visti come dei mostri da abbattere. Questo dimostra che gli italiani pretendono sempre più “diritti” senza chiedersi che prima ci sono i doveri. E’ bello poter pensare di “azzerare” settanta tre anni di convivenza civile, dove sono stati acquisiti tanti diritti e battaglie sociali, ma non si può far finta che di questo tempo ad essere discriminati possono essere solo pochi, per un principio di equità se si eliminano i cosi detti “privilegi”, possiamo modificare tutte le condizioni contrattuali dei lavoratori, del resto se uno vale uno…

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