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venerdì 13 maggio 2016

Oggi la coerènza solo per pochi è un “lusso”

La “coerènza” è valore assoluto di una persona o di una cosa, termine usato molto anche in gergo “tecnico” e “giuridico”. Altra cosa sono i compromessi, da non confondere con la mediazione. Spesso ci si confonde, cercando di fare di tutta un'erba un fascio. Sono concetti semplici, io direi molto semplici, ma le persone, quelle “coerenti” sanno benissimo che quella è parte integrante del proprio DNA. Totò in un celebre film del 1960 diceva “Signore si nasce e io modestamente lo nacqui”. La coerenza di una cosa significa perfetta conservazione o natura, mentre per quanto riguarda una persona, si dice che è coerente con dei “valori” o principi morali. L'incoerente invece è colui che non ha principi morali, e pur di raggiungere i propri scopi si aggrappa ad un compromesso. Il compromesso è come una cambiale “in bianco”, non ha un valore quantificabile in quanto non appartiene alla famiglia dei contratti. Il contratto è un “negozio giuridico” tra due contraenti, dove ci sono costi, benefici e condizioni ambo le parti. Allora cosa manca al compromesso per farlo sembrare un contratto? E' molto semplice, un compromesso per renderlo simile al contratto deve essere supportato dalla bugia che cambia nello spazio temporale, quindi al cambiar delle condizione cambia la bugia. La “mediazione” invece appartieni ad un'altra famiglia che è quella risoluzione. Diciamo che può essere definita, la parte finale di una cattiva applicazione “contratto”, senza penale, o meglio con una quiescenza bilaterale. Ricapitoliamo, la coerenza (per chi la possiede) vive con la persona, il contratto si stipula e si scioglie per volontà delle parti, o si concilia con effetto della mediazione, per quanto riguarda il compromesso nel momento stesso che lo accetti, vivi con la bugia e sei merce di scambio, la durata e per sempre.

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