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giovedì 5 maggio 2016

Vademecum del candidato Sindaco

Leggiuno – In vista delle elezioni amministrative di giugno, si sono scatenati gli ormoni amministrativi. E cosi, come già detto in qualche post precedente, nella nostra comunità ogni cinque anni, si svegliano di botto cittadini che hanno voglia di fare qualcosa per il proprio paese. La mia domanda è sempre la stessa, ma negli anni precedenti la candidatura non potevano fare proprio nulla per la comunità, solo candidandosi la gente è convinta di fare qualcosa?. Però il fatto di candidarsi è previsto dalla nostra Costituzione, ed è giusto così, a patto però che almeno sappiano la differenza tra elettorato attivo e passivo, ma su questo visto quello che si sente in giro ne dubito. Domanda; Ma un candidato Sindaco quando ha maturato la discesa in campo quali sono le cose propedeutiche? A prescindere dalla conoscenza di tutte le leggi (legge elettorale, la 267/00 e tutte quelle relative al procedimento amministrativo), di fondamentale importanza per la vita amministrativa, ma questo aspetto alla maggior parte dei candidati non interessa. Un candidato Sindaco dovrebbe avere un programma, e su questo programma costruire la squadra per la realizzazione dello stesso. Molti ignorano delle grandi novità legislative, con la elezione diretta del Sindaco, a questa nuova figura la legge attribuisce il ruolo del “City Manager”, in gergo volgare un manager cittadino. Si presume che questa nuova figura abbia un minimo di conoscenza legislativa, in caso contrario non può considerarsi manager ma un riscalda “cadrega”. Ma passiamo al passo successivo, la composizione delle liste, e qui stendiamo un velo pietoso. La regola vuole che in Candidato Sindaco, individua delle persone, vuoi per competenze, vuoi per professionalità, vuoi per età, esponendogli il programma o le linee programmatiche, e se il prescelto candidato "consigliere" le trova valide accetta la candidatura oppure no. A Leggiuno non funziona così, si parte senza programma, si bussa porta a porta o si telefona fino allo sfinimento, ma con una peculiarità, individuazione dei candidati per frazioni, per nucleo familiare o parentele ed in fine cercando di individuare i così detti "scassa" famiglia, nel senso di avere due parenti in liste diverse. In questi casi non serve un programma, perché la logica principale è quella di "vincere" a tutti i costi. Questo metodo, per esperienza e trascorsi già vissuti, genera amministrazioni statiche vittima dei loro stessi compromessi, per il semplice fatto che per strappare candidature si promettono assessorati. Naturalmente, mentre cerchie ristrette di amici cercano di occupare il cadrechino, il paese ci perde in sviluppo, turismo, competitività, senso civico etc. Ma gli elettori sono coscienti di tutto ciò? Se la cosa più semplice per i cittadini e lamentarsi su tutto, allora può andar bene, ma poi restano solo i lamenti, se poi alle lamentele seguono scelte nette, allora si sta investendo sul futuro dei propri figli.

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