lunedì 13 giugno 2016
Figli dei fiori e figli di nessuno
Carissimo Claudio, ho letto con attenzione il tuo editoriale, menomale che i lampioni non parlano, altrimenti ne sentiremo delle belle. I nostri padri costituenti hanno gettato le fondamenta per la costruzione di un mondo migliore, ma di fatto a distanza di anni sono rimaste solo le fondamenta. Tu dici di che non siete stati in grado di dare un futuro alle nuove generazioni, secondo me non avete voluto dare un futuro alle nuove generazioni. Le nuove generazione come tu ben sai non conoscono il compromesso, hanno una visione del mondo diversa, loro come tu dici sono cittadini del mondo e non della frazione o del rione, e questo fa sì che il divario generazionale diventa sempre ampio. I nostri giovani di Reno vanno a prendere il sole sulla spiaggia di Arolo, quelli di Arolo vanno a Reno, chiedo, la generazione “dei fiori” è riuscita a superare questo tabù? Quello che le generazione “dei fiori” non capiscono, è quella che la generazione “del mondo” non ha bisogno della generazione “dei fiori”, loro hanno il mondo a portata di mano, mentre voi come “fiori” avete solo in vaso dove siete stati piantati, pensa solo alla differenza di spazio, un vaso in confronto al mondo. Voi della generazione “dei fiori” vi illudete di essere chissà chi, ma alla fine siete solo un piccolo vaso. Caro Claudio, la differenza sta nel fatto che voi “dei fiori” non riuscite a guardare oltre la punta del naso, perché avete costruito il vostro futuro a misura di un vaso, mentre la generazione “del mondo”, sono il “mondo”. Tu parli nel tuo editoriale di metterci la faccia, i giovani hanno messo le ‘idee’ altro che faccia, quelle sono sempre le stesse sono le idee che sono diverse. Tu parli di coinvolgere i giovani per non disperdere questo capitale, ma secondo te i giovani di oggi corrono dietro a mentalità vecchie di un trentennio? Il divario è destinato ad aumentare, e aumenterà sempre di più……
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