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sabato 5 novembre 2016

Referendum Costituzionale, SImpatia o disdegNO?

Carissimi amici fra un mese esatto si voterà per il referendum costituzione, se confermare o non confermare le modifiche alla carta costituzionale. Il mio sarà un discorso neutro, che va al di la della mia scelta referendaria. Rispetto sia le ragioni del No che quelle del SI. Ma facciamo un po di storia, sono circa trent'anni che si cerca di mettere mano a questa riforma, ci sono state commissioni bicamerali, proposte, riforme bocciate dal voto referendario. Insomma sono trent'anni che si vuole cambiare ma non si riesce. Diciamo che pure alcuni padri costituenti a distanza di tempo dissero che andava cambiata. E cosi il 4 dicembre siamo chiamati alle urne per esprimere quella democrazia che questa carta ci concede. Cosa succederà? Il 5 lo scopriremo, se vincerà il SI o il NO. Piccola precisazione, la nostra costituzione prevede la revisione, ma solo per la parte II (Ordinamento della Repubblica) artt. 55-139. Da quello che si apprende dai media e sulla rete, per il SI e il NO si nota che le intenzioni di voto sono trasversalmente alle ideologie degli attuali partiti e movimenti. Poco si sente parlare nel merito della riforma, o meglio sono quelli che sostengono il SI, che cercano di evidenziare le eventuali positività di questa riforma. Mentre per i sostenitori del NO, non sembra che entrino nel merito nel loro sostegno al NO, esternano la contrarietà al Presidente del Consiglio e alla riforma elettorale, cosa che non centra nulla con la riforma costituzionale. La mia impressione e tutti continuano in modo ostinato a contendersi una fetta di “torta”, mascherandosi dietro al fatto che fanno gli interessi dei cittadini. Non sono passati molti anni da quando cambiò la modalità di elezione dei Sindaci, Presidenti di Provincia e Governatori di Regione, eppure questa modalità ha avvicinato molto i cittadini alle istituzioni locali, il fatto di avere un candidato Sindaco, Presidente o Governatore, ha cambiato molti scenari. Oggi l'iter legislativo sappiamo bene come funziona, va avanti a “Decreti Legge”, fatti in fretta e sicuramente male, mentre per una legge ordinaria mediamente ci vogliono due anni, non parliamo poi dei conflitti tra Stato e Regioni. Spero solo che i cittadini votino secondo coscienza, valutando nel merito della riforma e non sulla simpatia o antipatia di un primo ministro, del resto le antipatie vanno e vengono, le riforme sono come i treni, una volta perso devi attendere il prossimo, ma il tempo che passa tra un treno e l'altro rischia di soffocare ancor di più il futuro delle nostre generazioni, che già oggi pagano a caro prezzo di chi a giovato in passato di privilegi che ancora oggi si ostina a non mollare.

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