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mercoledì 27 gennaio 2016

Giornata della Memoria

Il 27 Gennaio del 1945 l’esercito sovietico varcava i cancelli di Auschwitz, il più grande dei campi di concentramento costruiti dai nazisti nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

Aprendo gli occhi a un mondo che non aveva visto, costringendo alla realtà dei fatti tutti coloro che sapevano e avevano taciuto, portando i responsabili materiali del più grande omicidio di massa di sempre dinnanzi al tribunale degli uomini e della Storia.

 

La macchina di morte messa in piedi dalla Germania nazista si può raccontare in questi freddi numeri:

  • 6 milioni di ebrei morti nei lager e negli omicidi di massa perpetrati dai tedeschi e da alleati e collaborazionisti

  • almeno 300.000 zingari di etnia Rom e Sinti morti nei campi di concentramento (anche se numerose altre stime riportano cifre che potrebbero raggiungere le 800.000 vittime)

  • 300.000 esseri umani affetti da qualche tipo di disabilità mentale o fisica “eliminati” in nome dell’eugenetica e dell’”improduttività”

  • 100.000 oppositori politici del regime nazista uccisi (in maggioranza comunisti e liberali massoni)

  • 25.000 omosessuali

  • 5.000 testimoni di Geova


Numeri. Spesso approssimativi. Tragicamente approssimativi.

Perché le dimensioni della tragedia, e la furia razionale e cieca del regime di Hitler, ha completamente annientato intere popolazioni, rendendo spesso impossibile ricostruire la morte di interi villaggi e comunità.

Numeri che, andando avanti le ricerche storiche, sembrano essere addirittura inferiori a quelli reali.

Numero incompleti. Perchè alle vittime dell’Olocausto, per le quali il nazismo aveva scientificamente organizzato il totale annientamento, vanno aggiunte quelle di milioni di morti, soprattutto polacchi e russi, che furono vittime di rappresaglie e di stragi compiute nel solo nome di una presunta superiorità della razza ariana.

(testi presi da internet)

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